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Ep.30 – Fino a che punto obbediamo?

30.04.2024

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Trascrizione episodio

Sebbene gli esseri umani non possano essere scusati per i loro crimini, è interessante guardare la prospettiva delle straordinarie pressioni sociali applicate sulle persone, per distinguere se l’origine di un comportamento criminoso è dovuto più a tali pressioni che alla malvagità.

Per essere certi di tale distinzione, lo studioso di Psicologia Sociale Milgram mise a punto un famoso esperimento che fa parte di una fondamentale serie di studi di tale scienza, e che vi illustro, nell’audio, secondo gli autori Aronson, Wilson e Akert nella loro opera “Psicologia Sociale” edita da Il Mulino, collana Manuali.

Un buon 80% delle persone coinvolte nell’esperimento hanno ubbidirono agli ordini dello sperimentatore, e continuarono a (credere di) infliggere grande pena ad un altro essere umano attraverso altissime (finte) scosse elettriche.

Alcune conclusioni che si possono trarre sono le seguenti:

Le pressioni normative complicano il rifiutarsi di fare qualcosa, perché è difficile dire di no a qualcuno che ci costringe realmente a farlo e che per di più occupa una posizione di maggiore autorità rispetto a noi. Un’ulteriore conclusione dedotta da una variante dello stesso esperimento è che il conformismo diminuisce quando un “complice” dello sperimentatore si rifiuta di eseguire il compito. Il dissenso è importante per incrinare la pressione sociale, anche se spesso non è per nulla facile metterlo in atto, come vediamo nei regimi autoritari.

Ci sono altri elementi di pressione rilevati nell’esperimento, perché i soggetti non erano certo costretti ad ubbidire tramite coercizione o minacce. E allora perché non si sono rifiutati e non se ne sono andati via? Perché quando la situazione è confusa, ambigua, sconvolgente, per prendere una decisione sul da farsi ci affidiamo all’influenza sociale informazionale, cioè ci appoggiamo ad altri che riteniamo in qualche modo più esperti. Questo fatto è stato dimostrato attraverso una variante dell’esperimento originale.

Un’ulteriore variante ancora, fece capire l’importanza delle figure autoritarie nel ruolo di esperti nell’indurre conformismo e ubbidienza. Quando le figure autoritarie smisero di dare definizioni della situazione chiare, i soggetti smisero di obbedire.

Le influenze sociali normativa e informazionale non sono però sufficienti a spiegare un comportamento disumano. Ci sono altre cause.

Spesso seguiamo norme sociali sbagliate, proseguendo nella nostra azione come avessimo inserito il pilota automatico. Quando cominciamo a seguire una norma, è difficile che ci fermiamo per cambiarla, anche se ci rendiamo conto che è errata. Lo sperimentatore faceva dapprima sembrare appropriata la norma di obbedienza, ma poi la violava gradualmente. I soggetti dell’esperimento continuavano tuttavia a seguire la norma, perché due elementi rendevano estremamente difficile disobbedire:

  • La rapidità dell’esperimento impediva loro di riflettere sulle proprie azioni;
  • Le violazioni alla norma erano progressivamente minime, cosa che rendeva più facile ai soggetti ridurre la dissonanza cognitiva attraverso la giustificazione (ho parlato di dissonanza negli episodi 23 e 24 del mio podcast): una volta giustificato uno o più step, diventa difficile fermarsi. Ciascuna giustificazione pone le basi per quella successiva, e interrompere creerebbe una dissonanza maggiore.
  • La perdita di responsabilità personale: è la figura di autorità che definisce cosa il soggetto deve fare, ed è lui o lei a dover rispondere dei risultati finali. Sto solo eseguendo degli ordini, no?

La conclusione è che le pressioni sociali possono combinarsi fra loro fino ad indurre persone compassionevoli a comportarsi in modo disumano.

Stanley Milgram diceva: «Perfino Eichmann provava nausea quando girava per i campi di concentramento; per partecipare allo sterminio, però, doveva solo sedersi a una scrivania e riempire scartoffie. Allo stesso tempo, l’uomo che sta facendo funzionare una camera a gas può giustificare il suo comportamento con il fatto che sta eseguendo ordini superiori. L’atto umano intero viene così frammentato: nessuno decide di compiere l’atto malvagio, né deve confrontarsi con le sue conseguenze. La persona che assume piena responsabilità dell’atto è evaporata. Forse è questa la caratteristica più comune del male organizzato socialmente nelle società moderne.»

Bibliografia: Elliot Aronson, Timothy D.Wilson, Robin M.Akert, Psicologia Sociale, il Mulino

Picture credits: Cottonbro Studio on Pexels

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