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Ep.17 – Come Impostare in modo ottimale il processo decisionale

02.10.2023

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Trascrizione episodio

Non è che noi prima vediamo e poi definiamo;

noi prima definiamo e poi vediamo”.

Walter Lippmann

Ogni volta che dobbiamo decidere su qualcosa, dobbiamo renderci conto che il processo decisionale incomincia molto prima di quanto possiamo immaginare.  

Ogni nostra decisione, prima di venir presa, è stata messa consciamente o inconsciamente in una specie di cornice mentale, frame in inglese.

La prima domanda fondamentale che dobbiamo farci è “Di che cosa stiamo decidendo”?

Già un errore nell’inquadrare la risposta a questa domanda può avere conseguenze importanti.

Tversky e Kahneman sostengono che il framing è determinato da due aspetti: la formulazione del problema e le caratteristiche del decisore.

Quando non siamo consapevoli che abbiamo inserito la nostra decisione in un frame, possono nascere errori anche grossi.

Alberto Gandolfi, nel suo saggio La foresta delle decisioni, riporta un esempio di cambiamento di frame molto istruttivo, che riguarda le aziende poste di fronte alle questioni ambientali. Negli anni ’70, di fronte alle prime leggi restrittive sull’impatto ambientale, reagirono con un frame del tipo «Come posso filtrare efficacemente le sostanze inquinanti e impedire che escano dall’azienda senza spendere troppo?» Ma alcune aziende innovative modificarono la visione del problema, che diventò «Qual è il modo più economico di produrre senza creare sostanze inquinanti?»

Quindi è importante che prima di intraprendere il processo della decisione, impostiamo correttamente il problema, rispondendo alla prima domanda fondamentale: “Di che cosa stiamo decidendo?”

A cui devono seguire le successive: “Di chi è veramente il problema?”, “chi deve prendere la decisione?”, “quando dobbiamo prendere la decisione?”, “Quanto è importante?”, “qual è la libertà di manovra?”, “quali sono le possibilità di successo?”, “Quali le alternative?

Queste domande incorniciano il problema, creano un frame prima di iniziare il processo decisionale. Quando ci siamo fatti un’idea corretta della situazione di partenza, potremo definire gli obiettivi che intendiamo raggiungere con la decisione. Questi ultimi forniranno le linee guida per creare le diverse alternative e scegliere tra queste quella che riteniamo ottimale.

In questo processo è importante ricordare i pericoli sottesi alle alternative che portano a risultati irreversibili. Dobbiamo fare in modo che a seguito della decisione presa, rimangano comunque spazi per tornare indietro o comunque modificarne l’impatto. Stiamo molto attenti e riflettiamo molto sulle decisioni che chiudono l’orizzonte futuro ad un possibile ripensamento.

Un mio suggerimento è di riflettere sul risultato di una decisione facendosi la domanda: “questa scelta mi porterà un allargamento nell’orizzonte di scelte o mi porta in una strada senza ritorno?”

E per quanto riguarda l’intuito?

Utilizziamolo a piene mani durante il framing del problema e nella generazione di alternative, ma quando dobbiamo selezionare tra le diverse opzioni chiamiamo in causa un’analisi razionale e disciplinata.

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