L’essere umano è un “animale sociale”, e come tale è portato strutturalmente a valutare le caratteristiche e le capacità degli altri confrontandole con le proprie.
La valutazione che facciamo del nostro interlocutore è legata al suo atteggiamento, più che a ciò che dice: il tono di voce, l’espressione del suo viso, i suoi gesti e la posizione del suo corpo pesano insieme per il 93% su tale valutazione, relegando il peso del contenuto verbale di quanto ci sta dicendo, al solo 7%.
Inconsciamente, la prima valutazione che facciamo del nostro interlocutore è: questa persona vale più o meno di me? Queste due valutazioni a confronto, quella su noi stessi e quella relativa al nostro interlocutore, possono essere riportate su una griglia composta da quattro quadranti, detta Ok Corral:
L’OK Corral riporta le quattro posizioni esistenziali di base, derivanti dalla valutazione di se stessi e di quella che abbiamo dell’interlocutore. Le posizioni esistenziali derivano da atteggiamenti o predisposizioni interiori, e si formano a partire dalle esperienze di vita risalenti alla prima infanzia. Quindi significano molto di più di una semplice opinione riguardo il comportamento proprio e altrui: derivano da profonde convinzioni su noi stessi e su chi ci circonda, assunte quando eravamo molto piccoli.
Esse sono poco mutevoli e possono variare temporaneamente in funzione di determinate situazioni che si ripetono nella vita quotidiana: reiterate esperienze negative ci possono far scivolare in quadranti dove la nostra visione del mondo è peggiore rispetto a quella di base, così come esperienze fortemente positive possono favorire una posizione esistenziale migliore. Anche se poi la tendenza è quella di ritornare nella posizione esistenziale “preferita”.
Come potete osservare nell’immagine, ogni posizione si caratterizza per un tipo particolare di interazione sociale e per peculiari emozioni coinvolte.
Vediamo in sintesi ogni posizione:
IO+ TU+ (Io sono OK, Tu sei OK)
Questa è la tipica posizione win-win: le persone che posseggono questa posizione esistenziale di base si sentono bene con se stesse, sono attive, realiste e attive, instaurano con i loro interlocutori relazioni positive, dato che hanno l’obiettivo di concludere positivamente ogni transazione con piena soddisfazione di tutti. I
ll presupposto da cui queste persone partono è che tutti sono potezialmente OK e quindi dà loro fiducia. Sono dotate di equilibrio e ottima capacità di giudizio e sono scevre da pregiudizi e idee preconcette, ma non sono superficiali e facili da gabbare. Lo stile comunicativo è assertivo: positivo, rispettoso di sé e dell’interlocutore pur esserndo fermo. La persona in questa posizione esistenziale è in grado di comunicare bene, stimolando l’interlocutore a fare altrettanto.
IO- TU+ (Io non sono OK, Tu sei OK)
Il messaggio implicito nella comunicazione delle persone che hanno questa posizione esistenziale è “tu sei più OK di me”: la persona di sente inferiore agli altri, può ripiegarsi su se stessa, sentirsi colpevole e manchevole.
In azienda queste persone accettano spesso ruoli subalterni, che non comportano assunzioni di responsabilità. Hanno spesso buona operatività, a patto che il manager fornisca loro adeguato supporto. Le strategie di difesa di queste persone possono andare dal farsi ancora più piccoli (rinunciare alla lotta), oppure farsi più grandi dandosi importanza, ritirasi e fuggire oppure ancora tentare di smunuire l’altro tirandolo giù dal piedistallo.
I loro comportamenti sono quindi caratterizzati dalla volontà di essere accettati e graditi attraverso una palese sottomissione, oppure al contrario da aggressività. In entrambi i casi, costituiscono elemento di disturbo nell’andamento di lavoro, soprattutto durante le riunioni perché vanno ad inficiarne l’efficacia.
IO+ TU- (Io sono OK, Tu non sei OK)
È la posizione speculare alla IO- TU+ e può far apparire come persona vincente. In realtà, deriva dalla convinzione che per essere OK, quella persona deve per forza essere superiore agli altri, e quindi tale persona parte da una posizione “nascosta” di inferiorità. È una posizione che comporta una continua lotta e il rischio di essere rifiutati.
Questa posizione riguarda persone difficili da trattare, che possono creare notevoli problemi con i loro sottoposti. Il senso di superiorità lo si ritrova sia nel rimprovero, sia nella collera, ma anche nella pietà. Una persona con questa posizione esistenziale è spesso alla ricerca del colpevole e il suo atteggiamento verso gli altri è caratterizzato da sfiducia. Vuole primeggiare, utilizza spesso la polemica e interrompe di frequente durante le riunioni, è il classico “bastian contrario”. Provocatoria e supponente, questa persona ha scarsa capacità di ascolto e ha una difficoltà strutturale a lavorare in gruppo in modo paritetico e collaborativo.
IO- TU- (Io non sono OK, Tu non sei OK)
Questa posizione esistenziale è caratterizzata dalla visione più pessimistica riguardo sé e gli altri: io non vado bene, ma nemmeno tu. Una persona in questa posizione di vita ha concluso nell’infanzia, e rinforzato attraverso le sue esperienze, che la vita è futile e disperata.
I più comuni comportamenti che possiamo osservare sono di critica e passività ostile, rinuncia ad esprimere i propri desideri, scarso impegno e refrattarietà a legami affettivi. Queste sono le persone con cui è più difficile trattare: meglio non cogliere le loro provocazioni che tendono ad un pessimismo distruttivo, evitando così di scendere sul loro terreno.
Possiamo confutare le loro posizioni attraverso argomentazioni puntuali, poste in modo sereno e tranquillo, senza peraltro mirare ad una facile e veloce “vittoria”. In questa posizione esistenziale in cui la persona sottovaluta sia se stessa che l’altro, prevale una sensazione di impotenza, di scoraggiamento e di denigrazione.
Queste posizioni esistenziali hanno una grande influenza sulla nostra modalità di comunicare, di conseguenza sul nostro livello di assertività.
Dato che ognuno di noi tenderà a comportarsi secondo la propria posizione esistenziale preferita, ovvero secondo schemi comportamentali radicati, possiamo comprendere che se vogliamo migliorare la qualità delle nostre relazioni è di estrema utilità individuare la propria posizione esistenziale e lavorare su se stessi per riuscire a rimanere nella posizione IO+ TU+ per la maggior parte del tempo. Posizione esistenziale che ci garantisce una modalità relazionale equilibrata ed integra. Che è poi l’essenza dell’assertività.
Ian Stewart e Vann Joines nella loro opera “L’Analisi Transazionale – Guida alla psicologia dei rapporti umani”, spiegano in modo illuminante le quattro posizioni attraverso degli esempi di vita quotidiana. Vi consiglio di ascoltarli qui: https://www.studiopaladino.com/ep-8-stai-bene-con-o-ti-liberi-di/
PS: A proposito di assertività, ti va di metterti alla prova? Vai qui: https://www.studiopaladino.com/quiz-assertivita/
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