Counseling al paziente e ai familiari del paziente
Il successo terapeutico dipende anche dalle risorse e dal vissuto del soggetto. Il counseling sostiene e aumenta la sua motivazione ad aderire all’iter terapeutico, migliorandone contemporaneamente la qualità di vita.
Il ricovero in ospedale porta con sé lo stress di un grande cambiamento e spesso la malattia incide sull’autostima e sul senso d’identità. Quando la malattia è progressiva, costringe la persona ad elaborare continue perdite.
Il paziente cronico (ma non solo) può subire una demotivazione riguardo al proprio iter terapeutico.
Il paziente che deve anche subire un intervento chirurgico, inoltre, vive nella fase pre-operatoria un elevato livello di stress dovuto alla percezione ambivalente dell’intervento come possibilità di guarigione, ma anche di ulteriore sofferenza, così come le paure legate all’anestesia (di abbandonarsi senza essere cosciente nelle mani dell’èquipe, di svegliarsi durante l’intervento o non svegliarsi mai più).
Una recidiva o una prognosi infausta portano il paziente a soffrire della sindrome della spada di Damocle: preoccupazione e ansia che ne derivano possono assumere le caratteristiche di una vera seconda malattia.
Una malattia, soprattutto se progressiva e altamente invalidante, porta ripercussioni sull’intero sistema famiglia. Un sostegno mirato, per chi ne fa richiesta, aiuta a stemperare lo stress e favorisce la formazione di nuovi equilibri nel sistema famigliare. In tal modo i famigliari ritrovano lucidità e contenimento in modo da poter rappresentare una risorsa utile alla cura del malato.
Nei casi infausti, i famigliari possono avere sostegno psicologico per prepararsi emotivamente alla perdita del loro congiunto.
Counseling agli operatori di cura (medici e personale infermieristico)
Il debriefing individuale o di gruppo consente al personale, normalmente sottoposto a stress perché a contatto con la sofferenza, di affrontare con più serenità casi difficili e delicati, sia nei rapporti all’interno dell’èquipe, sia nei rapporti con i pazienti e i loro famigliari.
Punti di forza del counseling:
✓ Cicli di intervento brevi, mirati al problema presente e urgente, senza mettere necessariamente in discussione il passato;
✓ Approccio non clinico ben accolto dai pazienti perché non percepito come terapia (“non ho le rotelle fuori posto!”) e perché non prevede procedure diagnostiche (queste vengono eventualmente proposte al paziente nel caso si rendessero strettamente necessarie, ma solo dietro il suo consenso);
✓ Attivazione e potenziamento delle risorse del paziente, aumentandone l’autonomia nell’elaborare un senso della sua condizione e nella fattiva collaborazione alle sue cure;
✓ Facilita il rapporto medico-paziente, alleggerendo il lavoro degli operatori medici e paramedici.
Coaching e formazione agli operatori di cura (medici e personale infermieristico, manager e addetti amministrativo/gestionali)
Competenze relazionali, competenze manageriali, time management, conduzione delle riunioni, gestione dei conflitti, sono solo alcuni dei temi dominanti in un’organizzazione complessa come quella di una struttura sanitaria. La formazione integrata con interventi di coaching offre la più elevata garanzia di risultati.
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