Sandro G. (nome alterato per ragioni di privacy), 38 anni, celibe, lavora come free-lance nel settore del marketing e web-marketing. Ha frequentato per alcuni anni con profitto la facoltà di Scienze della Comunicazione, ma poi ha abbandonato gli studi senza saper spiegare con chiarezza il perché. Sostiene che in un certo momento ha sentito che quella non era la sua strada, sebbene la materia gli interessasse. Il suo modo di parlare lento e incerto, il tono monocorde, il volume basso, la gestualità molto pacata denotano una scarsa energia, che contrasta in modo evidente col fisico atletico e l’abbigliamento curato e alla moda.
Il mio contatto gli è stato suggerito dalla psicoterapeuta che lo sta seguendo (e con la quale collaboro da tempo, adottando entrambe un approccio analitico transazionale, seppure evidentemente con diversi obiettivi): Sandro soffre infatti di una leggera depressione. Si è licenziato da un paio di lavori precedenti di cui l’ultimo piuttosto soddisfacente dal punto di vista economico e di prestigio, e si è preso un periodo sabbatico. Con me vuole sondare quale potrebbe essere il lavoro che realmente fa per lui. Ora si sente confuso e comunque insoddisfatto. Attualmente come free-lance ha dei clienti, sa ciò che dovrebbe fare, ma dice che poi semplicemente non lo fa, o rimanda. In particolare, per conto di un’azienda cliente dovrebbe effettuare delle interviste ai medici per capire quali aspetti del sistema informativo da essa sviluppato e in via di modifica siano soddisfacenti e quali no.
Approfondendo la questione, emerge che la difficoltà di Sandro sta nel fermare i medici durante le pause del congresso che si sta tenendo in quei giorni per porre loro delle domande. Sandro ha già preparato il questionario con le domande, ma gli sembrano sempre “stupide”, per cui si sente bloccato nel proporle, teme di essere giudicato stupido. Dopo un paio di colloqui, emerge che a Sandro piace stare in mezzo a tanta gente mentre ora la sua attività è solitaria. Prova soddisfazione nello scrivere testi e suscitare emozioni nella gente. Gli piace fare sport di squadra (gioca a calcio) ma non la competizione in sé. A un certo punto sostiene di sentire di avere tanti contrasti dentro di sé.
Effettivamente questi contrasti emergono in modo chiaro anche dopo aver elaborato il questionario sui valori professionali, soprattutto per quanto concerne il risultato sulle tipologie valoriali (che rappresentano i valori che la persona tende ad attribuire al proprio lavoro: da un lato egli è attento alla sicurezza economica e all’accettazione da parte del gruppo di riferimento (aspetti sottesi al tipo “tranquillo”), dall’altro pone al centro dei suoi interessi l’avanzamento di carriera e il prestigio sociale (aspetti importanti per la tipologia “rampante”), come emerge dai punteggi alti relativi ai due tipi citati, mentre si rivela piuttosto basso il punteggio relativo al tipo “creativo”. Il questionario sugli interessi e le motivazioni professionali riporta dei risultati piuttosto coerenti con l’immagine di sé da lui descritta durante i colloqui: le sue preferenze professionali riguardano l’area letteraria e creativa e gli piace soprattutto comunicare. Il questionario sugli orientamenti professionali restituisce un punteggio molto alto dell’orientamento materialistico, in coerenza col tipo rampante visto precedentemente. Sono tuttavia abbastanza alti anche i punteggi relativi all’orientamento verso gli altri e all’indipendenza.
Da questi risultati e da ciò che Sandro afferma durante i colloqui, emerge un contrasto tra una parte di sé che ricerca la tranquillità, la sicurezza, il piacere di stare con gli altri in modo sereno e giocoso, il senso estetico forte e la voglia di creare e comunicare, e un’altra parte che spinge ad emergere socialmente, a vedersi riconoscere come importante, di successo, con un’immagine di prestigio, che però gli costa tremendamente in termini di sforzo perché in realtà teme il fallimento. E d’altra parte riconosce che non intenzionalmente sta facendo di tutto per realizzare proprio ciò che teme, cioè fallire.
L’impressione che questi ultimi aspetti siano dovuti a motivazione esterna (o meglio a spinte provenienti da una parte di sé normativa e svalutante) prende forma quando Sandro si accorge di essere molto critico verso chi si sta comportando come lui, cioè verso coloro che mettono in atto dei comportamenti auto-sabotativi che oggettivamente portano al fallimento lavorativo (per esempio tergiversare, non dare risposte ai clienti, ritirarsi da lavori proficui, temere di non avere competenze sufficienti ma guardarsi bene dall’andare a cercare di colmare il gap).
Un’altra svolta per lui importante si è verificata quando l’apparente mancanza di emozioni si è incrinata, allorché parlando del suo desiderio di frequentare persone che lo capiscano e con le quali possa esserci un dialogo per lui interessante (spesso diceva di sentirsi tra le persone del suo piccolo paese di nascita come un “pesce fuor di acqua”), gli ho chiesto se avesse mai letto il libro “Donne (ma anche uomini, ndr) che corrono coi lupi” di Clarissa Pinkola Estés e lui si è illuminato rispondendo che certo, l’aveva letto. Quando gli dissi che per lui sembra molto importante trovare il branco che ululi come lui, seguì un silenzio ricco di emozioni.
Il risultato del percorso è stato per Sandro l’aver individuato due aspetti chiari di sé: quello vitale che ama la connessione con l’altro a livello emotivo, il senso estetico, la creazione di qualcosa che possa emozionare l’altro, contrastato e sabotato dalla parte che deve dimostrare (a chi?) di essere importante e competente, ma che ha una tale paura di fallire da impedirsi di fare. La sua professione attuale è probabilmente quella “giusta” per lui, ma andrebbe cambiato l’approccio interiore.
Poiché la parte sabotatrice è molto potente, depotenziante e riferita a vecchie ferite, sospendiamo temporaneamente il percorso di career counseling (costituito al momento da sette incontri nell’arco di due mesi) concordando il fatto che lui affronti questa parte sabotante con la sua terapeuta, per riprenderlo in seguito non appena Sandro riterrà che la terapia stia cominciando a manifestare effetti significativamente positivi.
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