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Ep. 43 – Su quale “me” sto facendo progetti? (prima parte)

28.10.2024

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Trascrizione episodio

Noi abbiamo un senso del nostro Essere come un’entità continua attraverso il tempo e distinta dalle entità di tutte le altre persone.

Questo senso del nostro Essere è ciò che chiamiamo identità.

Abbiamo anche delle convinzioni su ciò che siamo, su ciò che siamo capaci di fare e ciò che siamo eventualmente disposti a fare. In più, abbiamo anche idee su come vorremmo essere e su ciò che dovremmo essere. Molte di queste convinzioni e idee sono difficili da esprimere perché sepolte nel nostro inconscio e inaccessibili alla coscienza. Questo insieme di idee e convinzioni, formatesi in gran parte durante l’età dello sviluppo, vanno a costituire ciò che chiamiamo il Sé.

Lo studioso Kohut fornisce una differenziazione tra il concetto di Sé e identità. Il Sé si riferisce al cuore della personalità, il senso più profondo delle nostre esperienze, percezioni, sensazioni. Il Sé è un processo interiore che organizza l’esperienza soggettiva, cioè come viviamo soggettivamente le esperienze che ci accadono. In questo senso per Kohut il Sé è l’essenza dell’essere psicologico di una persona: consiste di sensazioni, sentimenti e pensieri riguardo se stessi e il mondo.

Per Jung il Sé «rappresenta l’unità e la totalità della personalità considerata nel suo insieme».

Il Sé contiene perciò sia la parte conscia (tutto ciò che sappiamo di noi stessi) che quella inconscia. Il divenire del Sé è il processo che avviene attraverso l’ampliamento della coscienza, il divenire consapevoli delle parti in ombra, raggiungendo così una completezza e maturazione psichica.

La nostra identità è il punto di convergenza tra il nostro Sé e la nostra posizione sociale e culturale. L’identità ha una dimensione temporale che spazia dal passato, visto che lega assieme le esperienze vissute, al futuro, perché il presente è influenzato dalle aspettative e dalle idee su noi stessi non ancora realizzate ma possibili.

Questo concetto è molto importante per costruire il senso della direzione nella nostra vita, perché come ho evidenziato nel mio libro La Mora Magica, i Sé possibili, cioè le visioni che abbiamo ci ciò che saremo nel futuro, sono determinanti nel motivarci a intraprendere e a proseguire su un cammino piuttosto che un altro.

Puoi conoscere il tuo Sé ponendoti come osservatore esterno dei tuoi comportamenti e attivando l’introspezione, che metti in atto quando ti ascolti e osservi i tuoi pensieri, le tue emozioni, i desideri e gli stimoli che provengono dai tuoi pensieri.

Poi possiamo ricostruire le nostre esperienze passate per focalizzare le nostre competenze (ciò che sappiamo, cosa sappiamo fare, come sappiamo essere). Inoltre possiamo confrontarci con gli altri, osservandoli come si comportano nelle nostre stesse situazioni e paragonando quei comportamenti con i nostri. Un ulteriore mezzo di conoscenza del nostro Sé è dialogare con le persone con cui abbiamo a che fare nel nostro ambiente e chiedere come ci vedono.

Tutte queste informazioni vanno a completare per quanto è possibile la finestra di Johari:

finestra di Johari

Particolarmente importanti sono le caselle a destra del quadrante: il punto cieco, cioè  quello per noi inconsapevole, ma che gli altri vedono, è quello che può essere ridotto incorporando le informazioni fornite dagli altri, mentre l’area sconosciuta può essere indagata sviluppando le capacità di introspezione e auto-osservazione, (nel libro indico alcuni strumenti utili a questo scopo), e utilizzando, se necessario, l’aiuto di un coach, di un counselor o di uno psicoterapeuta, in ordine di profondità degli aspetti personali che si vanno a cercare.

I libri di auto-aiuto, come ambiziosamente e spero non vanamente auspico sia La Mora Magica, offrono spesso degli ottimi punti di partenza, e qualche volta innescano nel lettore veri punti di svolta.

Il concetto di Sé è quindi l’insieme delle credenze che deteniamo su noi stessi. Gran parte della loro formazione dipende dall’interazione tra noi e l’ambiente, cosicché ognuno di noi possiede diverse immagini di sé che variano in funzione delle situazioni, così come diverse situazioni coinvolgono diversi aspetti del Sé.

Gli schemi di Sé sono insiemi di pensieri, convinzioni, sentimenti che rappresentano le caratteristiche del Sé in una data situazione, cioè le qualità che siamo certi di avere in quel dato contesto o situazione. Derivano dalle nostre esperienze e riflettono la nostra personale costruzione mentale di quelle esperienze.

In altre parole, quando viviamo una situazione, creiamo un significato di ciò che ci sta succedendo, e gli elementi di questo significato vanno ad arricchire e a confermare lo schema del Sé relativo a quella situazione.

I differenti schemi di Sé affiorano alla mente in contesti diversi. Infatti, gli stimoli che provengono dalla situazione che stiamo vivendo in un determinato momento, attivano peculiari schemi di Sé, cioè quei determinati schemi che sono collegati e attivati da quella determinata situazione.

Possiamo immaginare che l’esperienza che stiamo vivendo in un dato momento accenda la particolare rete neuronale associata a quella tipologia di esperienze, che si è creata nel tempo con la ripetizione di esperienze analoghe. Quei determinati schemi di Sé attivati da quella particolare situazione, contribuiscono a formare il Sé operante in quel momento, cioè il Sé attivo in quel dato momento e per quella data situazione.

Quindi il concetto di Sé operante si riferisce all’aspetto del Sé attivato da un contesto specifico.

Ti sarai certamente accorta di agire con modalità diverse a seconda del ruolo che stai ricoprendo in una determinata situazione.

Più siamo flessibili e mettiamo in atto comportamenti altamente adattati alle differenti situazioni, invece di essere rigidi e non adattati a queste ultime, e più godiamo di una elevata complessità del nostro Sé che ci protegge quando i fallimenti mettono in crisi l’immagine complessiva di noi stessi.

Infatti, in caso di “fallimento” in una determinata situazione, possiamo dedurne un insegnamento che ci dice che il nostro schema di pensieri, emozioni e comportamenti attivato in quel contesto non era adeguato, e non che la nostra persona è completamente ‘sbagliata’.

Le persone con maggiore complessità del concetto di Sé sperimentano una maggior stabilità di umore e di autostima e minori sintomi fisici in risposta agli eventi stressanti.

Nel prossimo episodio ci addentreremo nel concetto di Specchio dei Sé.

 

picture credits: Clara Alave on Pexels

 

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