Sei meticoloso, affidabile, gran lavoratore, precisissimo tanto da non voler tralasciare alcun dettaglio, non molli finché non hai finito (anche se ti senti sfinito), è più forte di te, anche se ciò che hai fatto sarebbe oggettivamente più che buono, per te c’è sempre qualcosa da migliorare e non sei mai contento.
Tendi a fare tutto al massimo della perfezione (irraggiungibile!), senza decidere di volta in volta quali siano le priorità e le azioni che necessariamente richiedono la maggior cura e quelle che sono meno importanti.
Anche se ottieni successi e riconoscimenti, è come se non bastassero mai, dentro senti che manca sempre qualcosa. E allora cerchi di essere ancora ‘migliore’, hai paura che gli altri possano vedere qualche tuo difetto, che ti colgano ad aver commesso qualche errore. Ma qualsiasi riconoscimento sulla bontà del tuo operato non ti appaga completamente, ti lascia la ‘pancia vuota’.
Non ti senti mai all’altezza, non sopporti gli errori altrui e sei un giudice inflessibile e critico anche con te stesso. Non riesci nemmeno a godere di ciò che fai mentre lo fai, tutto concentrato a fare tutto bene, anche nella sequenza dei gesti, come una specie di rito. Dentro di te risuonano molti ‘devo…’, e soprattutto un imperativo: Sii perfetto!
Il problema è che leghi il tuo successo e l’assenza di errori alla speranza di essere amato incondizionatamente, di essere accettato per come sei. E’ un bisogno fondamentale e naturale per tutti noi, le cui esperienze di soddisfacimento o meno risalgono alle tue esperienze infantili. Un po’ come se una parte ‘antica’ dentro di te si rivolgesse ancora a un genitore pregandolo: ‘se farò tutto bene, non sbaglierò nulla, mi vorrai bene?’ e si aspettasse finalmente di essere amato.
Il punto è che non è questa esigenza (quella di essere amato) ad essere ‘sbagliata’, ma il modo con cui stai cercando di soddisfarla. Una parte inconsapevole di te è convinta che puoi essere accettato dagli altri solo se sei “perfetto“, e così ti condizionerà nella tua vita: non ti “permetterà” di effettuare scelte libere e diverse nelle varie situazioni, perché ti sentirai a disagio o magari proverai ansia andando contro l’ordine interiore.
Hai imparato a fare così quando eri bambino, perché in qualche modo hai cercato di avere accettazione e amore incondizionato facendo tutto bene, al massimo di come potevi ed anche di più, ed ogni volta che lo facevi ricevevi attenzione e riconoscimento per questo. Oppure, ogni volta che commettevi anche un piccolo errore venivi duramente punito, facendoti intendere che non eri degno di affetto.
Ancora adesso ti manca la sicurezza di poter essere amato per come sei, senza dover dimostrare nulla, con i tuoi difetti e le tue qualità. In qualche modo non hai interiormente il permesso di essere come sei.
Se ti sei riconosciuto in qualche modo in questa descrizione, ciò che puoi fare ora per riacquistare maggior equilibrio e serenità é darti adesso i permessi che non hai avuto finora:
- puoi sbagliare
- puoi decidere di fare le cose con massima attenzione solo quando serve veramente
- puoi godere di ciò che stai facendo e dei risultati che ottieni
- puoi mostrarti dubbioso, in difficoltà, quando ti succede
- puoi non essere sempre preoccupato delle conseguenze negative
- puoi fidarti del giudizio degli altri
Prova a sperimentarti dapprima in situazioni per te confortevoli, che senti piuttosto ‘facili’ per te. Non lanciarti subito a sperimentare un nuovo modo di approcciare un’attività che per te è strategica o che rappresenta una grossa sfida o un rischio.
Procedi decidendo quale può essere oggi un’attività (anche piccola) che puoi svolgere stabilendo a priori il momento in cui dirai a te stesso ‘questo è sufficiente’, o ‘va bene così, stop’.
Rimani in ascolto di ciò che provi quando decidi di smettere, e quando smetti, di continuare a fare ciò che stai facendo perché hai deciso che va bene così.
Rispondi a voce alta, pacata ma ferma, alla tua voce interiore che ti sta criticando, che ti sta incalzando a fare di più e che ti sta sminuendo perché ti accontenti, o perché magari hai commesso qualche errore o imprecisione: datti a voce alta e ferma almeno un permesso tra quelli sopra che senti utile e buono per te in quel momento. Datti il tempo di lasciare entrare il permesso che hai udito dalla tua stessa voce, ripetilo se necessario più volte.
Congratulati con te stesso per il successo dell’esperimento. Ripeti l’esperimento con tante altre attività, fino a quando ti sentirai pronto a passare alle attività meno confortevoli per te.
L’obiettivo è riacquistare capacità di decidere lucidamente qual’è il livello di cura necessario per una certa attività, essere consapevole di quando si sta valicando il confine del perfezionismo fine e se stesso, sapersi fermare, permettersi di accontentarsi, osare perfino un po’ di approssimazione.
Il tuo ‘mantra’ è
Sei abbastanza bravo così come sei
NB: Per semplicità di lettura ho utilizzato il maschile, ma naturalmente tutto ciò vale anche per il mondo femminile, anzi forse ancor di più!
Picture credits: Huseyin Fatih Ozden on Pexels
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