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Ep.27 – Le forme del potere e il suo veleno

19.03.2024

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Trascrizione episodio

Una ricerca sulla dimensione del potere condotta da Althea Horner, prevedeva la richiesta al gruppo di intervistati di cosa significasse per loro la parola potere.

Quando le persone intervistate pensavano per lo più al potere all’interno delle relazioni, c’era chi affermava di come l’amore potesse essere usato anche per manipolare l’altro.

Quando invece si riferivano a ciò che succede quando si è in relazione al potere formale, c’era chi si chiedeva come fare a mantenere una sensazione di potere mentre si ha a che fare con qualcuno che ha una posizione di potere nei nostri confronti.

In tal senso viene naturalmente a mente Viktor Frankl che, descrivendo in modo lucido la sua terribile esperienza ad Auschwitz, asseriva che pur essendo privato di ogni libertà e del minimo di dignità come essere umano, e a rischio continuo di essere ucciso senza alcuna ragione, nessuno poteva togliergli la libertà di decidere come rispondere alle situazioni. Nessuno poteva privarlo della sua mente e sottrargli il libero arbitrio.

Il potere veniva visto dagli intervistati anche in termini di efficienza, cioè della capacità di far accadere le cose e raggiungere risultati. Viene spesso sottolineato il suo legame con il denaro, affermando che esso ti rende libero di fare quello che vuoi. Altri hanno collegato il potere alla competenza di fare le cose bene, alla capacità di comunicare le proprie idee in modo da ottenere ciò che si vuole.

Anche l’indipendenza emotiva viene vista come potere, in quanto condizione indipendente dall’influenza di forze esterne. Che non è negazione del proprio bisogno degli altri a scopo di proteggersi da pericoli percepiti nelle relazioni umane, visto che in tal caso si tratta di un potere illusorio. Il potere intrinseco si riferisce invece alle cure emotive ricevute nello sviluppo e che sono state interiorizzate, diventando risorse interiori.

C’è anche chi ha evidenziato un collegamento tra potere e controllo: chi ha potere in una relazione è colui che ha meno da perdere.

Una notazione importante conseguente a questi colloqui, è che il potere in sé non è né buono né cattivo: la sua moralità dipende da come e per quali fini viene usato.

La Horner sottolinea che il desiderio di potere può essere secondo solo al bisogno di amore, e in alcuni casi il primo ha sopravvento. Quando il potere prende una forma benigna, garantisce guida, protezione, sicurezza. Ma in forma negativa genera dominio e abusi.

A tal proposito, lo storico inglese John Dalberg, citato dalla Horner, afferma che il potere tende a corrompere e il potere assoluto a corrompere in modo assoluto.

«Il potere è veleno. I suoi effetti sui Presidenti sono sempre stati tragici, principalmente sotto forma di malsana eccitazione all’inizio e di una peggiore reazione in seguito. Ma ciò avviene anche perché nessuna mente è tanto equilibrata da sopportare la tensione di avere in mano una forza illimitata senza averne l’abitudine o la conoscenza, e di sentirsela contestare da mute di lupi e mastini affamati le cui vite dipendono dal riuscire a ghermire la carogna».

Bibliografia: Althea Horner, Il desiderio del potere e la paura di possederlo, Astrolabio.

Immagine di Ivan Dražić su Pexels

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