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Ep.65 – L’arte di annoiarsi

05.11.2025

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Trascrizione episodio

Ti sei mai trovato o trovata a fissare il soffitto, a contare o etichettare oggetti intorno a te, o a scorrere lo smartphone solo per… fare qualcosa?
Qualche giorno fa, seduta alla mia scrivania, il computer spento e lo smartphone silenziato, decisa a “produrre” qualcosa, mi son ritrovata a fissare il paralume della lampada sopra la mia scrivania.

E mi sono ritrovata a osservarne la struttura, i sottili filamenti della pergamena di cui è fatta.
Voglio parlarti di un’emozione che tutti conosciamo e che è difficile da affrontare, o perlomeno ammettere pubblicamente, pena essere etichettati come perditempo.

Siamo abituati a pensarla come un fastidio da evitare, una vergogna da ammettere, una perdita di tempo, una conferma della nota battuta di disprezzo sociale “si vede che non hai un cavolo da fare”. Ozio padre dei vizi.

O no?


In realtà, la noia è molto più interessante di quanto sembri. Bertrand Russell affermava che “Una certa capacità di sopportare la noia è indispensabile per avere una vita felice, ed è una delle cose che si dovrebbero insegnare ai giovani” .

Beppe Severgnini ha affermato che “provare ad annoiarsi è più difficile che tentare di divertirsi. Bisogna saper resistere alla fretta, agli amici, alle occasioni e ai cattivi pensieri, uno su tutti: sto sprecando tempo. Invece chi si annoia oggi si prepara a divertirsi domani.”

Lo psicologo John Eastwood, dell’Università di York, dice che annoiarsi non è non avere nulla da fare.
È desiderare di fare qualcosa di significativo… ma non riuscirci.
In pratica, la noia è come una spia sul cruscotto: ti avvisa che qualcosa non va, che forse ti serve un cambio di direzione.

La noia non è un nemico, ma un messaggio.

La noia può renderci più creativi, come afferma uno studio del 2014 di Sandi Mann e Rebekah Cadman. Le studiose hanno fatto un esperimento curioso: hanno chiesto ad alcune persone di copiare numeri da una rubrica telefonica (un compito noiosissimo, insomma), e poi di inventare nuovi usi per un bicchiere di plastica.

Indovina chi ha avuto le idee più originali? Proprio quelli che si erano annoiati di più.

Perché?
Perché quando la mente non è bombardata da stimoli, entra in uno stato chiamato mind wandering — la “mente vagabonda”. E lì… succedono cose interessanti, perché è lo spazio dove nascono connessioni, intuizioni, idee.

Einstein, si dice, ebbe alcune delle sue migliori intuizioni mentre fantasticava davanti alla finestra del suo ufficio.
Niente social, niente Netflix, niente di niente. Solo… mente che vaga.

Oggi però viviamo in una società dove la noia è rifuggita in tutti i modi possibili.

Il neuroscienziato Daniel Levitin, in  The Organized Mind, 2014, spiega che il cervello, sommerso da troppe informazioni, non riesce più a concentrarsi o riflettere davvero
Rifuggendo la noia tenendoci perennemente occupati, in una sorta di bombardamento di stimoli, non pensiamo più fino in fondo.

Uno studio della University of Virginia, pubblicato su Science, ha mostrato che molte persone preferivano ricevere una scossa elettrica piuttosto che restare da sole con i propri pensieri per 15 minuti.
Sembra assurdo, ma è un segno dei tempi: non sopportiamo più il silenzio.

Allora: come facciamo a recuperare un po’ di sana noia?
Semplice: lasciamo spazi vuoti.

  • Metti via il telefono per mezz’ora.
  • Fai una passeggiata senza musica.
  • Guarda fuori dalla finestra.
  • O semplicemente, stai fermo o ferma a pensare.

All’inizio sembra strano, ma è come allenare un muscolo dimenticato.
E pian piano, scopri che dentro quel vuoto c’è tantissima vita.

Il filosofo Peter Toohey, nel suo libro Boredom: A Lively History, scrive che la noia può essere “una forma di protezione dell’anima”.
Ci aiuta a fermarci prima di bruciarci, e ci spinge verso esperienze più autentiche.

Forse allora non dobbiamo combatterla, ma imparare ad ascoltarla.
Perché, in fondo, ogni grande idea nasce da un momento in cui qualcuno ha avuto il coraggio di dire: “Non so cosa fare… ma forse posso pensarci su.”

La prossima volta che ti annoi, non riempire subito il vuoto.
Potresti essere a un passo da qualcosa di importante.

E come affermava Giacomo Leopardi: “La noia è il desiderio della felicità, lasciato, per così dir, puro.”

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